Piani Eterni 2012: chi ha tempo non aspetti tempo!
"Sono nato su questa montagna,
Questa montagna è la mia casa
C’è un buco sopra di essa
E’ nero e profondo
E Dio solo sa
Quali segreti conserva"
(Steve Earle, The Mountain)
Dunque, da dove cominciamo?
Beh, dall’inizio!
No, dalla fine stavolta!
No, dai, non iniziamo con la solita descrizione delle grotte e dell’uscita in grotta, che a leggerle ti annoi dopo tre righe!
Che poi, a ben vedere, le grotte sono tutte più o meno uguali e basta un richiamo ad una già vista per farci capire com’è fatta un’altra!
Per esempio, avete presente il Giacinto?
Bon, immaginate un crepo per terra un po’ più lungo del Giacinto, dove sotto trenta metri si trova il ghiaccio.
Poi, vi ricordate il Vigant?
Ok, immaginate un passaggio tipo ferrata che sta appena al di sotto del pozzo e che assomiglia a quello che c’è in Vigant.
E il Ramo dei Salti in Rana?
Eh ostrega, belo anca quelo!
Ottimo, figuratevi una roba del genere che sprofonda per 140 metri a saltinetti da 10/15.
E la strettoia dell’Onice?
Urca, chi non se la ricorda?! La bestia nera del torace di Ade che, a sentir lui è diventato troppo grosso per passarci!
Bene, quella roba lì moltiplicatela per 500 metri dove si può solo strisciare (sul P.E. viene chiamata “bacino caliente” perché ci si sgrattona per bene la cojonèra)… … e il Buso del Valon visto da dentro?
Ah, bellissimo quello!
Perfetto, pensate a questo “pegnatòn de la strìa” a non meno di quindici ore dall’ingresso…e immaginatevi di scoprirlo voi!!
Da pelle d’oca alta un dito perché saremo anca brute bestie ma semo bestie da busi!
E in mezzo a tutto ciò: frane tipo Abisso Est (ma infinite, più instabili e strette), gallerie tipo Corchia, fiumi tipo Piaggia Bella (ma non uno solo: ben quattro, con portate da ettolitri al secondo ed impetuosissimi!), cunicoli tipo Preta e via dicendo! Ecco in quattro e quattr’otto descritta in modo rùspio la Grotta P.E.10, Piani Eterni, Vette Feltrine. Penso che i quattro giorni trascorsi dentro a questa belva sotterranea siano stati un’esperienza unica ed emozionante! Fin da subito questa grotta ci ha accolti a braccia aperte e si è dimostrata nostra amica, facendoci rimpiangere un po’ meno la giornata di sole bellissimo lasciata fuori, la piana di Erera verdissima ed eterna, le eleganti Pale di San Martino che ci guardavano dall’orizzonte. Ultima telefonata a casa, poi nemmeno il cellulare prende più e siamo pronti ad entrare. Eterna la piana, eterno il suo sottosuolo! Il tempo che impiega un aereo a partire da Milano e arrivare a Rio o San Francisco o Caracas è poco meno di quanto ci mette un grottaiolo, entrando dall’ingresso più comodo del sistema, ad arrivare al suo limite esplorativo. E’ una questione di tempo e distanze, se ci pensi resti a bocca aperta!
La grotta rimane l’unico ambiente che non si può immaginare se prima non ci hai messo piede. Se la cima di un monte ti apre un panorama che ti puoi più o meno aspettare, l’incontro con una strettoia dove tira un sbòro bisso non significa niente se non passi “al di là”. Il tempo……dimenticare per un po’ tutti i bàgoli e i casini intorno a te, fare un tuffo in un posto dove il tempo è solo tuo e dei tuoi compari, condiviso e rispettato, dove se apri gli occhi alle undici di mattina dopo tredici ore di sonno sei ancora circondato dal buio! Si esplora lenti da quelle parti. All’inizio si entra timorosi per la distanza, poi ci si raffredda per i due gradi fino a meno duecento, poi ci si abitua, ci si stanca, si impreca (tanto e bene!) si ride e scherza (tantissimo e con le persone giuste) e c’è tanto tempo per noi, le nostre ciàcole, i nostri amici. E’ un viaggio anche qua…e che razza di viaggio!! Sui Piani Eterni ho scoperto che non ci sono “speleologi forti”. C’è gente che va in grotta, gente che ci va meno e chi non ci va.
Tebe, classe 1955, è ancora lì a tirar sacchi e bastiéme e a ciucciarsi i suoi giorni di fatiche : “A son veccio!! No ghe a fasso pì”!! “Valà Tebe che con quel fià te ne sepelissi tutti quanti”! Ciccio, tre figli a casa, questa è la sua settimana santa! “Finchè ghea fasso coi putèi no xe problema, anca la Michela xè dacordo”. “Eh ostia se te moli el ciodo tì, stemo a casa anca nantri alora”! Cesco è un amico da sempre ed è il bucaiolo più completo e in gamba che conosco!
Farcite il tutto con un sistema sotterraneo che ha passato i trenta chilometri da un bel po’, mescolate bene con una piana erbosa immensa e da cartolina, aggiungete un pizzico di “voja de farse del mal”, eccovi serviti sul piatto i Piani Eterni!! Da tredici anni ci si frequenta con questi posti e questa e molta altra gente. Se la voglia di andar sottoterra di tanto in tanto viene meno,là c’è da divertirsi ed esplorare per tutti i gusti e le stagioni! E soprattutto : la grotta continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
Pasqualini Andrea
