L'altra faccia della terra
1° USCITA- BUSA DELLA RANA 05.03.2017

Questa è la prima uscita del corso, non so bene cosa aspettarmi, devo ancora capire cos’è successo sta mattina che fino ad un momento fa ero sotto le coperte ed ora mi trovo impacchettato dentro un imbrago che pare progettato per altre specie animali, devo capire cos’è sta benedetta speleologia e cosa ci sia di interessante in una grotta, un ambiente buio, freddo ed in questo caso più umido del solito, sapendo che il pranzo che mi aspettava sarà a base di fichi secchi e datteri (non vedo l’ora!!) e non contento devo portarmi dietro una borraccia puzzolente per farmi luce!! Nonostante tutto, sembrerà quasi incomprensibile ma ero impaziente di entrare in grotta, e scoprire in quale luogo losco fossimo stati portati da Lucia ed il suo tanto citato gruppo speleo! Iniziamo ad entrare nella grotta, a lasciarci l’entrata, non che l’uscita, alle spalle, gli scarponi sembravano impazienti di riempirsi d’acqua vista la rapidità con cui mi sono trovato i piedi completamente stonfi, l’oscurità aumentava e ad ogni passo il mio stupore cresceva perché mai avrei immaginato che sotto i miei piedi ci potesse essere un mondo così affascinante ed incredibile, passando per strettoie che pareva improbabile che potessero portare da qualche parte ed invece inaspettatamente si aprivano stanzoni enormi ed ambienti incredibili che sembravano completamente scollegati dalla nostra realtà e dalla nostra epoca. Posso dire che solo provando, si può capire l’entusiasmo e la passione di questo gruppo per le grotte, una passione che è difficile spiegare ad un esterno che non ha mai provato, proprio perché come tutte le esperienze più belle è difficile esprimerle a parole. Per me l’uscita è stata positiva da tutti i punti di vista, gli istruttori ed il gruppo in generale è stato super sia per simpatia che (soprattutto) per disponibilità e preparazione! Le mie aspettative sono state ampiamente superate e penso proprio sarà un’esperienza che porterò sempre con me.
2° USCITA- PALESTRA DI ROCCIA 12.03.2017

Oh finalmente di nuovo dentro i nostri comodi imbraghi, pronti per la nostra prima lezione di progressione su corda! Dopo una “breve” ma indispensabile lezione teorica dove abbiamo controllato se gli istruttori avessero letto in maniera accurata la dispensa abbiamo iniziato finalmente ad usare tutta quella losca attrezzatura che già da domenica scorsa pendeva dal nostro imbrago, provando a destreggiarci al meglio tra attrezzature e termini vari (Sali a canguro!! Scappella il discensore! Mettiti in mezza chiave!! Pedala!). L’uscita di oggi direi che è stata senza dubbio molto interessante e formativa, anche se logicamente, meno intesa dal punto di vista dell’esperienza rispetta all’uscita di domenica scorsa! Anche per questa domenica ho solo note positive, visto che anche sforzandomi non trovo cose che avrei cambiato, aggiunto o fatto diversamente, ed il gruppo speleo come sempre mitico!! Nota finale: FINALMENTE sono riuscito ad apprezzare questa tanto lodata ed acclamata logistica e devo dire che è stata veramente strepitosa!!!
3° USCITA- PONTE DI VEJA 18.03.2017

Ed eccoci alla terza uscita del nostro corso, finalmente riusciamo ad essere gruppo corsisti al completo!! Anche oggi la giornata si è aperta con una rapida lezione in cui è stata aperta QUALCHE parentesi sul soccorso speleo dove abbiamo imparato che è importante farsi male fuori dalle grotte altrimenti siamo CAGATI (per una serie di parentesi che non starò qui ad elencarvi)!! Terminata l’introduzione ci siamo rapidamente infilati negli invadenti imbraghi e via giù a calarci nel vuoto dal ponte di Veja ripassando le varie manovre imparate lo scorso week-end! Tra rapide discese ed interminabili risalite su corda la giornata è volata! Ed anche oggi giornata spettacolare e molto utile per consolidare le tecniche viste precedentemente e prendere un po’ di confidenza con il vuoto! P.S. ed anche oggi un super applauso alla logistica che ha imbastito una grigliata coi fiocchi!!!
4° USCITA- ABISSO DEI LESI 26.03.2017

Eccoci alla resa dei conti, dove finalmente si prova sul campo le varie manovre provate gli scorsi week-end in palestra! Arriviamo al punto di ritrovo ancora storditi da questo cambio dell’ora che ci ha colti un po’ impreparati! “Rapidamente” ci infiliamo nei nostri imbraghi, ci riforniamo del nostro tanto amato carburo ed eleganti come cotechini ci dirigiamo verso la grotta! Per questa uscita verrò affiancato al buon Mariso (Filippo) che in ottimo dialetto condito da una buona dose ti bestemmie per rafforzare i concetti più delicati mi dà istruzione su come muovermi! L’entrata in grotta è spettacolare, e ancora più affascinante è stato il calarsi nel primo pozzo dell’abisso e vedere che la luce naturale era sempre più fioca e veniva gradualmente sostituita dalla calda luce del carburo che crea immediatamente un’atmosfera surreale, lontana dalla realtà della superfice come se ci si fosse immersi in luogo magico dove il tempo scorre diversamente o meglio non scorre. Scendendo sento più volte citare un punto in particolare della grotta, a cui tutti sembrano molto affezionanti ed ogni volta che viene nominato è accompagnato da un ghigno che fa presumere un sadico divertimento da parte dell’istruttore nel vedere come il cotechino a lui affidato riuscirà ad affrontare quel passaggio, LA BUCA DELLE LETTERE. Dopo aver percorso tutta la via nuova, proseguendo verso il fondo dell’abisso finalmente arrivo a questa fantomatica buca delle lettere, e mi si presenta davanti agli occhi una stretta fessura dentro cui corre una corda che pare messa li più per sbaglio che altro, inizialmente mi pareva altamente improbabile che una persona potesse veramente calarsi giù per quella stretta gola. Non ho nemmeno il tempo di pensare a come fare che mi trovo già attaccato alla corda a strisciare verso il basso al meglio delle mie capacità e inaspettatamente riesco a passare senza troppe difficoltà, pensano che il peggio fosse passato, ma permane quel sadico ghigno accompagnato da un “vedrai, vedrai!!”. La calata fino alla sala Bar prosegue più o meno regolare. Sul fondo facciamo un rapido spuntino a base di panino umidi e ciuccetti e via di nuovo pronti per risalire. E finalmente capisco quel ghigno, fino ad ora non avevo pensato molto al fatto che la buca delle lettere dovesse essere anche risalita. Ed infatti il momento più difficile è la risalita, dove non c’è tecnica o consiglio che tenga, l’unica cosa è salutare quel poco di compostezza e coordinazione acquisita per strisciare in qualche modo fuori da quel buco guadagnano un centimetro alla volta fino ad uscirne sporchi, ammaccati e sudati! (l’ho raccontato ai miei che mi guardavano cercando di capire cosa fosse andato storto nel mio percorso formativo per essere finito così, eppure anche se può ai tanti sembrare assurdo lo rifarei un altro centinaio di volte!) Passata anche questa buca delle lettere ora la risalita si fa più ampia e verticale fino al momento dell’uscita: un momento strano, di riconnessione con la realtà, un momento in cui la testa cerca di conciliare, con scarsi risultati, l’idea della coesistenza tra mondo esterno e mondo sotterraneo, perché per me rimangono ancora due luoghi nettamente distinti. Direi esperienza stupenda in cui finalmente ho capito un po’ meglio cos’è questa speleologia, un’esperienza che mi ha arricchito anche dal punto di vista spirituale grazie alla guida del buon Mariso!! Pure questa volta, ormai come ogni volta non ho nessuna nota negativa e resto in impaziente attesa della prossima uscita.
5° USCITA- ABISSO EST 02.04.2017

Ed eccoci all’ultima uscita del corso, dove arriviamo con una buona mezz’ora di ritardo, ma per fortuna la cara Lucia per non farci sfigurare troppo ha deciso anche lei di tardare qualche minuto… Ci vestiamo in fretta, due parole veloci sulle tecniche di rilievo e via tutti all’ingresso dell’abisso est! Sta volta la grotta inizia con un bellissimo pozzo verticale di 90 metri che corre parallelo ad un altro pozzo! Prima di entrare ci avevano descritto velocemente il percorso e avevano detto che alla fine del pozzo avremmo superato una frana, ma era stato omesso un dettaglio: che per superare la frana ci saremmo dovuti passare dentro!! Ora non è per polemizzare ma sono abbastanza sicuro che tra le indicazioni di sopravvivenza di base che mi hanno fornito i miei genitori dopo il guarda a destra e a sinistra prima di attraversare, non toccare il fuoco che ti bruci e metti giù quel vaso che se te casca, te copo! Probabilmente davano abbastanza per scontato che il passare dentro una frana fosse un’azione discutibile! Ma chi sono io per contraddire le decisioni del GSM che ha anni di esperienza e di bottiglie di moro alle spalle! Così perplesso ed emozionato inizio a strisciare dentro questa stretta via che si fa strada tra massi enormi appoggiati in posizioni precarie, e seguendola ci si addentra sempre di più nei visceri della frana, fino a quando improvvisamente questa termina e si riapre la grotta ampia, pare quasi impossibile che alla fine di quei cunicoli così stretti potessero ancora esserci spazzi così ampi! Proseguiamo ancora per qualche calata fino ad arrivare al punto di risalita. Qui facciamo un veloce spuntino che in poco tempo si è trasformato nel gran bazar di Istanbul dove iniziano ad apparire panini al burro, qualsiasi genere di frutta secca, mandorle caramellate, svariate barrette energetiche al gusto di frutti esotici e probabilmente mai esistiti e ad un certo punto penso girasse anche un panino pro-aterosclerosi al gorgonzola e soppressa! Terminato il pranzo, si comincia la risalita e questo è il momento in cui ci si rende conto che son boni tutti a scendere, il problema è tornare in superficie! Cosi a fatica ed aiutati da qualche bestemmia, si riesce a fare il percorso a ritroso! Nell’euforia del momento mi sono anche proposto per disarmare, e mi è stato assegnato il pozzo da 90; solo che non avevo fatto i conti che per disarmare dovevo essere l’ultimo ad uscire, cosi arrivato per secondo all’inizio della frana, io ed il paziente Andrea abbiamo aspettato giusto quei cinque minuti che intercorrono tra le 14 e le 17.30 di pomeriggio prima di ricominciare a muoverci per risalire! Nel frattempo in superficie si consumava il dramma del barbastrio, dove Mati ha dato dimostrazione delle sue profonde conoscenze del dialetto, sconvolgendo un po’ tutti e Tommi trasportava in superficie il COARIUSIMETRO, attrezzo indispensabile per il soccorso in grotta! Usciti dalla grotta sporchi e sudati ad accoglierci c’era lo Zio Leo che ha preparato minestra per tutti accompagnata da una buona bottiglia di moro! Ora posso dirlo, il corso è stato organizzato veramente molto bene, le uscite sono state un crescendo di bellezza ed emozioni, partendo dalla busa della rana fino ad arrivare all’abisso est! Il gruppo GSM ed affiliati vari è veramente stupendo! Può essere stata anche una settimana infernale ma alla domenica la certezza è che si tronava a casa con i crampi alla pancia dal ridere ed il buon umore! Quindi vi ringrazio tutti per avermi fatto scoprire il mondo della speleologia e per aver contribuito a rendere il corso un’esperienza stupenda! Sebbene il corso sia finito spero vivamente che questo possa essere l’inizio di una nuova attività con un gruppo spettacolare! Infine devo fare un ringraziamento speciale a SpeleoLuci che mi ha portato a frequentare questo corso aprendomi sia una finestra in un mondo che ignoravo completamente sia mi ha permesso di conoscere un gruppo di persone veramente speciale!
Leonardo Sattin