Avamposto bosniaco

Che bella trasferta che abbiamo appena concluso, con questo sole di giugno e la sessione estiva alle porte! I fidati speleoamici del gruppo grotte di Lavis hanno invitato me e il fido Filippo del GAL a sbizzarrirci con loro in un avamposto in terra bosniaca, patria di Aleksandar, uno degli amici trentini. Ci siamo fatti convincere solamente dalla assoluta certezza che ci avrebbero dissetato a dovere, perché noi veneti siam difficili da accontentare eh! Ma devo proprio dire che i trentino-bosniaci son ragazzi di parola. Siamo partiti dunque alla volta di Banja Luka e con le nostre tanto amate dieci ore di auto sul groppone e qualche multa scampata grazie all’abilità diplomatica di Alex siamo giunti al campo base: un intera casa di due piani tutta al nostro servizio, con campo da basket annesso (i nostri piedi piene di vesciche per le partitone giocate scalzi e un tantino allegri, ancora lo ringraziano!).

Ah quasi dimenticavo di citare i protagonisti della fantastica avventura: Oltre a Filippo Lessinico, i nostri prodi cavalieri non sono altro che il menestrello Giovanni (i nostri compagni di viaggio penso ancora si sognino di notte le dieci ore passate a sfoderare il nostro intero repertorio gucciniano), Carlo presidente emerito del GSL, Aleksandar la nostra guida nella terra di mezzo, Esteban che abbiamo scoperto esser un mago del tiro a 3 a canestro, Sara detta “Sguercia” per la sua vista da falco, Federico che ho scoperto avere una particolare simpatia per i sanitari ed io! Che squadrone gente!

La nostra missione bosniaca consisteva nella perlustrazione di una zona nella periferia di Banja Luka che sembrava geograficamente promettente per le evidenti doline e avvallamenti, avrebbe potuto essere il primo meno mille bosniaco, bastava crederci. Ale ci ha quindi spiegato che in Bosnia mica esistono uffici informazione, si deve prendersi il giusto tempo e socializzare alcolicamente coi locali per cercare poi di chieder loro quello che ti interessa. All’unanimità abbiamo dunque deciso di far questo sforzo e la prima giornata esplorativa si è fatta più impegnativa del previsto. Il nostro informatore conosciuto al bar infatti, dopo aver recuperato l’auto dal meccanico visto che era inavvertitamente uscito di strada la notte prima per motivi che ci è stato facile supporre, ci ha invitato a casa sua, e poi dal vicino e poi dal vicino del vicino per far gli onori di casa con “shlivovizza” (grappa casereccia locale alla prugna) e lardo. Tecnicamente la sua macchina non si è mossa da sola per condurci alla sua dimora, ma trainata da quella del meccanico o di un amico, non ricordo. Quindi la scena della nostra simpatica carovana ve la potete tranquillamente immaginare.

Bene, tirando le fila, la giornata serata nottata aromatizzate alla prugna hanno portato i loro frutti, oltre ad un andatura collettiva parecchio atassica. Quindi il giorno dopo siamo riusciti a dividerci in piccoli gruppetti e a mettere il naso in qualche buchetto indicatoci, di cui molti risultano ancora discariche delle vicine contrade. La giornata è stata dunque mediamente proficua, chi ha sceso qualche pozzetto, chi ha barbaramente tentato la via della disostruzione e chi ha fotodocumentato il tutto. La parte finale della serata è stata dedicata, memori degli errori del giorno precedente, ad una rapida fuga dall’ospitalità senz’altro deliziosa ma alquanto epatotossica dei nostri amici che abitavano nei dintorni e ci aspettavano già sull’uscio con la shlivovizza sotto braccio.

Giunti a casa di buon ora ci siamo dunque sfidati in un agguerrita battaglia trentino-veneta tra i due canestri, la birra non mancava e le scarpe sembravano in quel frangente non servire granché. Il risultato è stato recarci in città per la cena serale con un andamento più simile a quello dell’armata Brancaleone che a quello di un gruppo di promettenti esploratori, quale in realtà modestamente abbiamo dimostrato essere.
Bene, ora c’è da pensar a studiare gente. Che dire! Ringrazio di tutto cuore Alexandar e il GSL per questi fantastici giorni che credo saranno ossigeno quando, rinchiusa in un aula studio in pieno luglio, ripenserò a questo bel weekend. Sono sempre più convinta che la speleologia sia molto più brava a tessere corde che a sfidarci nel risalirle. Perché certi legami ahimè si creano anche quando non vuoi (dai, dopotutto saran anche simpatici, ma son sempre dei trentinacci! Avete presenti quelli con la regione autonoma??? Proprio quelli!). E ho come la sensazione che i trefoli di queste corde siano parecchio resistenti, mannaggia mica si rompono facilmente relazioni con persone così. Basta, la smetto di far la “melensa” e ringrazio di nuovo tutti, avete un posto speciale nel mio cuore!
05/06/2017Lucia