Abisso Marino
Tutto iniziò con una telefonata...Era l'inizio di novembre 2013 quando ricevetti una telefonata dal Glauco (speleo del gruppo GASV) che mi chiedeva se sapevo dove si trovasse l'Abisso Marino o se conoscessi qualcuno del luogo che poteva sapere dove si trovasse (visto che io bazzico sempre da quelli parti, ovvero sul Carega). Tutto ciò perché il soccorso speleologico aveva intenzione , in occasione della cena annuale di fine anno, di svolgere una manovra di esercitazione proprio in tale abisso, visto che la cena si sarebbe svolta lì vicino, ovvero presso il rifugio Pertica.
Ma ahimè nessuno delle persone facenti parte del soccorso si ricorda più l'esatta ubicazione della grotta. In questi ultimi anni è stata cercata varie e varie volte, ma invano. Ed è qui che entra in gioco la sottoscritta. Ma purtroppo neppure io so dove si trovi l'Abisso Marino, ma a mio vantaggio conosco "Marino", ovvero colui che ha scoperto la grotta e da cui prende il nome. Così telefono immediatamente a Marino, il quale però ha avuto un infarto e da allora gli è vietato salire a quote alte, così l'unica cosa che gli rimane da fare e provare a spiegarmi telefonicamente, come raggiungere la grotta.
Eccomi così alla domenica successiva in Carega ad arrampicarmi su e giù per i mughi alla ricerca dell'Abisso, ma al termine della giornata non avevo trovato ancora nulla e sconsolata decisi di entrare al rifugio Pertica per bere qualcosa di caldo prima di tornare a casa e lì incontrai 2 miei amici (che non c'entrano assolutamente nulla con la speleologia)ma che si dimostrarono essere la mia "salvezza". Si perché i miei amici mi chiesero che giro avessi fatto quel giorno in Carega, se il solito giro o qualche deviazione? così io iniziai a raccontargli della mia missione, ovvero della ricerca dell'Abisso perduto, ma ahimè con risultati negativi. Sorridendo mi dissero che loro sapevano benissimo dove si trovasse, perché pure loro 2,per curiosità personale, per anni hanno cercato l'abisso Marino, poiché vedendo il rilievo appeso dentro il rifugio Pertica gli era nata la curiosità di vedere di persona tale ingresso e così un inverno mentre stavano facendo sci d'alpinismo finalmente trovarono l'ingresso.
Non mi feci scappare una tale occasione e chiesi loro se la domenica successiva erano liberi per potermi accompagnare fino alla grotta e così fu.
In settimana telefonai al Glauco per renderlo partecipe della bella notizia, ma non avrei cantato vittoria fino a quando non mi sarei trovata davanti alla grotta vera e propria. La domenica successiva ero nuovamente in Carega! Dopo aver pranzato al Pertica ci incamminammo con il mio amico Picchio su per un vajo, fino a quando ad un tratto il Picchio si imboscò in mezzo a dei mughi e ci urlò: " E' quì! venite..." Ed era vero, l'Abisso Marino era lì davanti ai nostri occhi e da quel momento non fu più leggenda, l'antico Abisso era stato riportato alla luce, era stato ritrovato...


A tal punto segnammo la zona legando attorno a dei mughi delle strisce di riconoscimento di plastica rossa e bianca e segnando la salita con degli omini di pietra, oltre ad avere documentato il tutto fotograficamente.
Quella sera tornai a casa felice, ma la missione non era completa.... le coordinate che sono relative all'Abisso Marino sono completamente sbagliate, dunque urgeva un'altra uscita all'Abisso Marino per prendere i punti esatti delle coordinate con il GPS e con l'occasione di mettere anche la placchetta di riconoscimento alla grotta. Il week- end successivo, eravamo tutti pronti per partire , ma questa volta fu il tempo "meteorologico" a mettersi contro di noi con una bufera di neve, così non fu possibile raggiungere l'ingresso e decidemmo di rimandare il tutto direttamente al giorno della manovra del soccorso, sempre tempo permettendo.
E così fu... il sabato in cui era prevista la manovra e la cena, io appena terminai il lavoro, raggiunsi i miei amici in Carega ed eccomi che quando giunsi all'ingresso della grotta, (dopo aver visto nella neve varie tracce... che andavano ovunque... Evviva l'orientamento!!), vidi alcuni ragazzi del soccorso fuori a...a....chiacchierare e a prendere il sole.


Domanda sorge spontanea.."ma è così che lavora il soccorso?" ma subito mi risposero che nella grotta c'era già abbastanza gente e loro erano fuori che stavano aspettando per recuperare il ferito...


...insomma scampagnata! Così rimasi lì con loro, fintanto che uscirono dalla grotta 4 speleo, consegnai la piastra per identificare la grotta, mi informai se il punto GSP corretto fosse stato preso e poi purtroppo dovetti abbandonarli e me ne tornai a casa, ripercorrendo il Carega in completa solitudine...che bello!


Nicoletti Daniela